Il commento del direttore
Remo Vangelista
Ricettivo tradizionale e mondo dell’extralberghiero possono convivere e addirittura lavorare insieme per lo sviluppo del turismo? Forse sì, se dopo anni di attacchi e sospetti reciproci, le due parti si sono confrontate per la prima volta sul palco dell’Albergatore Day.
Regole diverse
“Negli anni - ha esordito Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi Roma - sono volati missili, magari più da parte nostra che da parte loro. Quello che, però, abbiamo sempre criticato è la disparità di trattamento, perché operiamo nello stesso mercato con prodotti simili, ma con regole diverse. Le nuove norme sugli affitti brevi non sono ancora quelle che volevamo, ma intanto il processo è partito”.
Più trasparenza
Secondo Valentina Reino, responsabile Politiche pubbliche e relazioni istituzionali di Airbnb, saranno le nuove regole introdotte con la Legge di Bilancio a garantire una maggiore “trasparenza”: “Siamo d’accordo con la regolamentazione attuata in Italia dopo anni di frammentazione, tanto è vero che dal primo gennaio abbiamo cominciato a raccogliere la ritenuta d’acconto per i proprietari di casa e, oltre a questo, riversiamo l’imposta di soggiorno in numerosi comuni”.
A spiegare la ratio alla base delle misure, Gianluca Caramanna, consigliere del ministero del Turismo: “L’obiettivo della legge era quello di trovare un modus operandi e dare risposte a problemi che venivano da lontano. Bisogna regolamentare e non limitare. Controllare, ad esempio, che tutti siano in grado di assicurare agli ospiti requisiti minimi di igiene e sicurezza”.
Le criticità
Che la nuova legge non risolva tutte le criticità è l’opinione di Alessandro Onorato, assessore al Turismo di Roma: “Che si prenda la cedolare secca alla fonte mi sembra ottimo, ma abbiamo bisogno di regolare il fenomeno, di mapparlo e, come Comune, di stabilire un meccanismo di certificazione di qualità”.